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Scoperti draghi medievali: la teoria sorprende i lettori

Scoperti draghi medievali: la teoria sorprende i lettori
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Secondo Nature, le condizioni per un ritorno dei draghi esistono: l’Australia tra i luoghi più a rischio di “risveglio”.

Scoperti draghi medievali: la teoria sorprende i lettori
Photo by alanajordan on Pixabay

Una pubblicazione apparsa sulla prestigiosa rivista Nature ha letteralmente infiammato l’attenzione dei lettori. Secondo gli autori, creature leggendarie come i draghi non solo sarebbero esistite realmente durante il Medioevo, ma potrebbero addirittura tornare. Un’affermazione che, se non fosse corroborata da nomi e istituzioni scientifiche di primo piano, verrebbe liquidata come una bufala da manuale. E invece, il contributo firmato da Andrew J. Hamilton (University of Melbourne), Robert M. May (University of Oxford) e Edward K. Waters (University of Notre Dame, Australia) si basa sull’analisi di documenti storici inediti. A sorpresa, la resurrezione dei draghi sarebbe legata a fenomeni attuali come il riscaldamento globale, il crollo delle politiche ambientali e – curiosamente – all’influenza politica di Donald Trump.

Il manoscritto svelato nella polvere di Oxford

Il cuore dello studio ruota attorno a un manoscritto recentemente scoperto nella Bodleian Library dell’Università di Oxford. Firmato dal monaco inglese Godfrey of Exmouth, il testo risalente al XIII secolo offre una finestra inedita sulla vita quotidiana dell’epoca e contiene descrizioni dettagliate di draghi in carne e ossa. Secondo i ricercatori, le informazioni contenute nel documento vanno ben oltre la leggenda, dimostrando la presenza concreta di queste creature. Le cronache sono affiancate da testimonianze culturali che attraversano epoche e civiltà: dallo zoroastrismo all’iconografia cristiana, passando per i miti slavi e i dipinti rinascimentali come San Giorgio e il Drago di Paolo Uccello.

La Prima Stirpe: oro, argento e cavalieri

Dopo lo stupore iniziale, il team di scienziati ha ampliato l’indagine consultando ulteriori fonti medievali. Il risultato? Un quadro coerente: i draghi, definiti “bestie ectotermiche”, avrebbero vissuto una vera e propria età dell’oro – e dell’argento. L’ambiente caldo del Medioevo, la facile disponibilità di prede umane (soprattutto cavalieri) e l’abbondanza di metalli preziosi, ideali per la nidificazione, avrebbero creato condizioni perfette per la loro proliferazione. Con la progressiva inefficacia della magia e il declino della figura del mago, ritenuto inutile e poi eretico, i draghi rimasero a dominare incontrastati. Una situazione che durò fino al crollo climatico della cosiddetta “Piccola Era Glaciale”, a partire dal 1400.

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Il grande sonno e la (finta) rinascita

Il calo delle temperature e la scomparsa dell’ideale cavalleresco segnarono la fine della Prima Stirpe. Ma i draghi non si estinsero: entrarono in ibernazione, emergendo sporadicamente nei secoli successivi. Una Seconda Stirpe avrebbe tentato il ritorno tra il 1680 e il 1690, prima di scomparire di nuovo. E oggi? Secondo gli autori, alcuni segnali dovrebbero metterci in allerta. Il riscaldamento globale incontrollato, la circolazione crescente di oro e argento, e persino il ritorno simbolico di cavalieri moderni – in particolare in Australia – sarebbero fattori determinanti per l’eventuale risveglio della Terza Stirpe. Ma non preoccupatevi: se siete arrivati fin qui con il giusto spirito critico, saprete già che si tratta di uno scherzo ben congegnato. Un raffinato pesce d’aprile firmato Focus… e Nature.