Home » Fenomeni Meteorologici » ANITA rileva impulsi inspiegabili sotto il ghiaccio polare

ANITA rileva impulsi inspiegabili sotto il ghiaccio polare

ANITA rileva impulsi inspiegabili sotto il ghiaccio polare
Photo by 8moments – Pixabay
Lettura: 3 minuti

I segnali provengono da profondità impossibili: i calcoli indicano un passaggio attraverso la crosta terrestre mai osservato prima.

ANITA rileva impulsi inspiegabili sotto il ghiaccio polare
Photo by 8moments – Pixabay

Nel cuore gelido dell’Antartide, un mistero affascinante sta prendendo forma. L’esperimento ANITA (Antarctic Impulsive Transient Antenna), sospeso nella stratosfera da palloni aerostatici a 40 chilometri di quota, ha rilevato impulsi radio che non seguono le leggi fisiche conosciute. Queste emissioni, registrate da sofisticate antenne progettate per captare segnali generati da raggi cosmici e neutrini ultra-energetici, sembrano sfuggire a ogni spiegazione convenzionale.

Progettato per osservare le interazioni tra particelle subatomiche e la calotta glaciale attraverso l’effetto Askaryan, ANITA si è ritrovato a captare segnali che potrebbero riscrivere ciò che sappiamo sulla fisica delle alte energie. E il luogo da cui provengono – il profondo ghiaccio antartico – non fa che aumentare il mistero.

Un’origine sorprendente

Il cuore dell’enigma risiede nell’angolo di provenienza dei segnali: circa 30° sotto l’orizzonte, ben oltre la superficie ghiacciata. Un’inclinazione troppo ripida per un neutrino proveniente dall’atmosfera terrestre. I calcoli suggeriscono che queste onde radio abbiano attraversato intere sezioni di crosta terrestre prima di emergere: un tragitto che avrebbe dovuto annientarle completamente.

Eppure, nonostante questa apparente impossibilità, ANITA le ha rilevate. Altri osservatori specializzati, come IceCube e il Pierre Auger Observatory, non hanno segnalato nulla di simile. La discrepanza tra i dati alimenta l’inquietudine scientifica: qualcosa, nel nostro modello fisico, potrebbe non tornare.

Ipotesi tra scienza e ignoto

«È una questione avvincente perché non abbiamo ancora una spiegazione, ma sappiamo che molto probabilmente non si tratta di neutrini», ha dichiarato Stephanie Wissel della Penn State. Alcune testate come The Debrief non escludono scenari audaci, dalla materia oscura a particelle esotiche mai osservate.

Tuttavia, gran parte della comunità scientifica resta cauta. La teoria più concreta – ma ancora non dimostrata – parla di inusuali fenomeni di riflessione o propagazione radio vicino alla superficie ghiacciata. Anche questa pista, però, è stata più volte analizzata senza produrre risultati convincenti. Il mistero resta, e con esso la possibilità che si stia aprendo una finestra su una nuova fisica.

Verso il futuro: arriva PUEO

ANITA rileva impulsi inspiegabili sotto il ghiaccio polare
Photo by girlart39 on Pixabay

Per tentare di sciogliere l’enigma, i ricercatori stanno lavorando a un nuovo progetto: PUEO, evoluzione potenziata di ANITA. Montato anch’esso su un pallone stratosferico, sarà dotato di antenne più sensibili e capaci di registrare un numero maggiore di eventi ad altissima energia (oltre 10¹⁸ eV).

L’obiettivo è ambizioso: intercettare segnali radio prodotti dalle interazioni dei neutrini cosmici nel ghiaccio antartico e ottenere dati sufficienti a distinguere tra nuove particelle e semplici fenomeni ancora non compresi. Un confronto diretto con i dati raccolti da IceCube e Pierre Auger potrà rafforzare le analisi, offrendo elementi decisivi per comprendere questi impulsi anomali.