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Trombe d’aria e tornado in Italia: perché stanno aumentando (e dove colpiscono di più)

Trombe d’aria e tornado in Italia: perché stanno aumentando (e dove colpiscono di più)
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Ogni anno si contano oltre 100 vortici atmosferici nel nostro Paese. Veneto, Salento e le coste tirreniche tra le aree più esposte. E il fenomeno è destinato ad aumentare.

Trombe d’aria e tornado in Italia: perché stanno aumentando (e dove colpiscono di più)
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Non servono viaggi negli Stati Uniti per assistere alla furia di un tornado. Anche in Italia, ogni anno, si verificano oltre cento eventi vorticosi, tra trombe d’aria e tornado. In alcune zone, la frequenza è addirittura tra le più alte al mondo. Succede ad esempio nel Veneto, nel Salento, ma anche lungo le coste tirreniche di Toscana e Lazio, dove la conformazione geografica e la combinazione di correnti d’aria rendono più probabile la formazione di questi fenomeni. Secondo gli esperti, non si tratta di episodi isolati né passeggeri: le proiezioni indicano che la frequenza e l’intensità di tornado e trombe d’aria sono destinate ad aumentare nei prossimi anni, complice il riscaldamento globale.

Uno studio che analizza dieci anni di vortici

A dirlo è uno studio coordinato da Mario Marcello Miglietta, ricercatore presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC) e docente all’Università del Salento. Insieme a Ioannis Matsangouras, meteorologo del servizio meteorologico greco, Miglietta ha analizzato tutti i fenomeni vorticosi registrati nel bacino del Mediterraneo e in Italia negli ultimi dieci anni. Lo studio ha raccolto dati su trombe d’aria, tornado e altri tipi di vortici, incrociando rilevamenti satellitari, osservazioni radar e segnalazioni al suolo. I risultati parlano chiaro: il Mediterraneo è una zona molto attiva, con particolare concentrazione lungo le fasce costiere e nelle regioni pianeggianti, dove lo scontro tra correnti calde e fredde avviene più facilmente.

La differenza tra tornado e tromba d’aria

Trombe d’aria e tornado in Italia: perché stanno aumentando (e dove colpiscono di più)
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Non tutti i vortici atmosferici sono uguali. Eppure, nella comunicazione comune, si tende spesso a confondere i termini “tornado” e “tromba d’aria”, usandoli come sinonimi. Ma, come sottolinea Miglietta, la differenza è sostanziale.

«Tornado e trombe d’aria sono spesso usati come sinonimi, ma in realtà non lo sono. La differenza è nelle dimensioni: i tornado hanno un diametro di qualche centinaio di metri e percorrono anche diverse decine di chilometri prima di dissolversi; le trombe d’aria, invece, hanno un diametro non superiore a un centinaio di metri e una forza distruttiva molto inferiore.»

I tornado, quindi, sono molto più estesi e pericolosi, capaci di colpire aree vaste con venti che possono superare i 300 km/h, causando danni anche gravi a edifici, alberi e infrastrutture. Le trombe d’aria, più contenute e generalmente meno violente, si esauriscono più rapidamente, ma possono comunque rappresentare un pericolo, soprattutto in prossimità delle coste e in presenza di edifici vulnerabili.

Un fenomeno destinato a intensificarsi

Gli scienziati concordano: i cambiamenti climatici in atto stanno aumentando l’energia disponibile nell’atmosfera, favorendo lo sviluppo di eventi estremi. Temperature più elevate, maggiore umidità e scontri termici accentuati creano le condizioni ideali per la formazione di supercelle temporalesche e vortici. Il risultato è un’Italia sempre più esposta a fenomeni che, fino a pochi decenni fa, sembravano tipici solo delle grandi pianure americane. La morfologia del territorio italiano, fatta di coste, rilievi e pianure, contribuisce a localizzare i rischi in determinate aree. Per questo diventa sempre più importante monitorare, prevedere e informare, anche attraverso un linguaggio meteorologico corretto, capace di distinguere tra fenomeni diversi ma potenzialmente pericolosi.