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Determinismo e caos: cosa resta del Demone di Laplace?

Determinismo e caos: cosa resta del Demone di Laplace?
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Anche la narrativa, come la psicostoria di Asimov, si interroga sulla possibilità di una previsione assoluta degli eventi storici e umani.

Determinismo e caos: cosa resta del Demone di Laplace?
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Nel 1814, il matematico e fisico Pierre-Simon Laplace immaginò una creatura dotata di una conoscenza perfetta: avrebbe potuto sapere esattamente la posizione e il momento di ogni singola particella dell’universo, comprendere appieno tutte le leggi fisiche e, grazie a un’intelligenza sovrumana, calcolare ogni interazione possibile. Questo essere, noto come “Demone di Laplace”, avrebbe così potuto prevedere l’intero corso degli eventi: dal moto dei pianeti alla traiettoria di ogni granello di polvere, dal battito d’ali di una farfalla fino al destino umano.

Il determinismo sotto la lente del caos

All’epoca, l’ipotesi sembrava plausibile: la fisica newtoniana dipingeva un universo perfettamente ordinato, dove ogni effetto derivava da una causa. Ma la teoria del caos, sviluppata più di un secolo dopo, ha incrinato questa visione. I sistemi dinamici, anche quelli regolati da leggi deterministiche, possono mostrare un’estrema sensibilità alle condizioni iniziali. In pratica, anche una minuscola incertezza nel conoscere il presente rende impossibile prevedere il futuro. Eppure, se il Demone avesse davvero accesso a una conoscenza infinita e perfetta, riuscirebbe comunque a “vedere” ciò che noi possiamo solo intuire?

Dalla psicostoria di Asimov ai limiti della meccanica quantistica

L’idea di un’intelligenza capace di prevedere il futuro ha ispirato anche la narrativa. Nel “Ciclo della Fondazione” di Isaac Asimov, una scienza immaginaria – la psicostoria – permette di prevedere l’evoluzione delle civiltà con una precisione matematica. Ma nel mondo reale, la meccanica quantistica ha complicato le cose: introduce il principio che non tutti gli eventi hanno una causa determinata. Il decadimento radioattivo, per esempio, può avvenire in modo del tutto spontaneo. In questo scenario, il Demone di Laplace si troverebbe spiazzato: può davvero esistere un’intelligenza che prevede l’imprevedibile?

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Un osservatore onnisciente… ma irrilevante?

Tuttavia, non tutte le interpretazioni della meccanica quantistica ammettono l’indeterminismo. Alcune formulazioni lasciano uno spiraglio al determinismo, anche se in forme meno rigide rispetto al modello classico. Ciononostante, un’ultima obiezione matematica sembra tagliare la testa al toro: è stato dimostrato che “l’intero universo fisico non può essere pienamente compreso da alcun sistema deduttivo che vi appartenga”. Se il Demone volesse davvero conoscere tutto, dovrebbe forse collocarsi fuori dall’universo stesso, come un osservatore esterno. Ma a quel punto, cosa significherebbe sapere tutto di noi senza poterci in alcun modo influenzare?