Superati i 30 °C a Fairbanks: l’Alaska emette la sua prima allerta per temperature estreme. Le case non sono progettate per resistere al caldo, e il rischio di inondazioni cresce.

“Usate crema solare, vestitevi leggeri e limitate gli sforzi nelle ore centrali del giorno.” Un avviso comune in estate… ma non in Alaska. Eppure, è proprio qui che il National Weather Service (NWS) ha diramato, per la prima volta nella storia dello Stato, un’allerta meteo per caldo eccessivo. L’avviso, emesso il 16 giugno, ha riguardato in particolare le città di Fairbanks e Anchorage, dove il termometro ha superato i 30 °C, temperature inimmaginabili fino a pochi anni fa per questa zona.
Il caldo anomalo ha costretto le autorità a prendere provvedimenti rapidi, preoccupate non solo per la salute pubblica, ma anche per l’equilibrio ambientale del territorio, dove la neve può resistere tutto l’anno e sciogliersi bruscamente in caso di picchi termici, provocando inondazioni e temporali estremi.
Non è “solo” caldo: case impreparate e natura fragile
Potrebbe sembrare eccessivo, soprattutto per chi vive in aree dove 30 gradi sono la norma. Ma come ha spiegato il climatologo Brian Brettschneider del NWS, “ogni città è progettata in base al proprio clima”. In Alaska, le abitazioni sono coibentate per trattenere il calore, spesso prive di aria condizionata e pensate per resistere al gelo, non certo a un’ondata estiva.
Il problema, quindi, non è solo la temperatura assoluta, ma l’impreparazione strutturale e sociale a fronteggiarla. Con edifici inadatti, infrastrutture non pronte e popolazione non abituata, anche un caldo moderato può trasformarsi in un’emergenza.
Le conseguenze: allagamenti e instabilità meteo
L’onda di calore ha già avuto effetti concreti. Nelle zone montuose a nord di Fairbanks, l’innalzamento delle temperature ha avviato processi accelerati di scioglimento della neve, esponendo l’area al rischio di inondazioni. E anche quando il caldo sembra rientrare, le instabilità atmosferiche generate da sbalzi termici improvvisi mantengono alto l’allarme per temporali violenti.
Questa situazione evidenzia la fragilità degli equilibri climatici nei territori freddi: basta poco per destabilizzare interi ecosistemi, soprattutto quando gli eventi estremi si sommano tra loro.
L’Alaska si riscalda più velocemente del resto del mondo
Se questa è la prima allerta meteo ufficiale per il caldo in Alaska, difficilmente sarà l’ultima. Gli scienziati confermano che lo Stato americano si sta riscaldando due o tre volte più rapidamente rispetto alla media globale. Negli ultimi anni, episodi di caldo anomalo sono diventati sempre più frequenti e intensi, spingendo le autorità a rivalutare i parametri di rischio tradizionali.
Il caso dell’Alaska non è un’eccezione curiosa, ma un sintomo evidente della crisi climatica in corso. E ci ricorda che nessun luogo, per quanto remoto o freddo, è davvero al riparo dai cambiamenti in atto.