Dal moto vorticoso dei cicloni tropicali ai tornado americani, ecco come nascono questi fenomeni estremi, come si classificano e quali pericoli rappresentano.

Il termine ciclone indica un vortice atmosferico di grandi dimensioni, generato da un centro di bassa pressione, attorno al quale ruotano masse d’aria con movimento antiorario nell’emisfero nord e orario nell’emisfero sud, a causa dell’effetto Coriolis legato alla rotazione terrestre.
La formazione di un ciclone è legata a un insieme di fenomeni atmosferici innescati dal riscaldamento delle zone equatoriali, dove si formano aree di bassa pressione che attraggono l’aria circostante. I venti, seguendo un moto a spirale, danno vita a un vortice rotante, che può trasformarsi in ciclone tropicale o extra-tropicale, a seconda dell’origine e della struttura.
Uragani, tifoni e tempeste tropicali: le differenze
I cicloni tropicali sono i più intensi e distruttivi. Si formano sugli oceani in prossimità dell’equatore e prendono nomi diversi in base alla zona geografica:
- Uragani in America (Hurricane)
- Tifoni in Asia (Typhoon)
- Willy-willy in Australia
- Baguyo nelle Filippine
Finché i venti restano sotto i 119 km/h, si parla di tempesta tropicale. Oltre questa soglia, il fenomeno viene classificato come uragano, secondo la Scala Saffir-Simpson, che lo suddivide in cinque categorie sulla base della velocità del vento e degli effetti associati. Ecco una sintesi:
- Categoria 1 (119–153 km/h): danni leggeri e inondazioni contenute
- Categoria 2 (154–177 km/h): danni a strutture leggere e rischio per le aree costiere
- Categoria 3 (178–208 km/h): gravi danni e inondazioni fino a 4 metri
- Categoria 4 (209–251 km/h): crolli parziali e inondazioni fino a 6 metri
- Categoria 5 (oltre 252 km/h): danni catastrofici, crolli totali e evacuazioni di massa
Tornado: quando il vento si concentra in pochi metri
Diversi dai cicloni per dimensioni e dinamica, i tornado sono vortici d’aria estremamente violenti ma localizzati, simili alle trombe d’aria che talvolta si verificano anche in Europa. La loro area di azione è molto limitata – da pochi metri fino a qualche centinaio di metri quadrati – ma la loro intensità può essere devastante.
I tornado si formano quando masse d’aria calda e umida si scontrano con correnti fredde e secche, generando un’instabilità verticale che può trasformarsi in un vortice. Sono particolarmente frequenti negli Stati Uniti centrali e in Messico, e si muovono a circa 50 km/h, colpendo con forza per pochi secondi, ma lasciando dietro di sé danni localizzati e spesso gravi.
Fenomeni intensi e in crescita: cosa aspettarci in futuro
Cicloni, uragani e tornado sono eventi naturali legati all’atmosfera terrestre, ma la loro frequenza e intensità stanno aumentando con i cambiamenti climatici in atto. Le acque oceaniche più calde forniscono energia extra ai cicloni tropicali, rendendoli più potenti e più duraturi.
Le previsioni meteo sempre più accurate e i sistemi di allerta precoce aiutano a limitare i danni, ma la conoscenza di questi fenomeni resta fondamentale per capire i rischi a cui siamo esposti e adottare misure di prevenzione efficaci.