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I temporali urbani sono più intensi: ecco perché le città attirano fulmini e grandine

I temporali urbani sono più intensi: ecco perché le città attirano fulmini e grandine
Photo by Umkreisel-App – Pixabay
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In estate non piove mai per caso: tra asfalto rovente e smog, le metropoli italiane diventano vere e proprie calamite per i temporali più violenti.

I temporali urbani sono più intensi: ecco perché le città attirano fulmini e grandine
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Sole, caldo e… temporali. L’estate italiana è spesso segnata da improvvisi rovesci, in particolare al Nord, dove le perturbazioni si fanno sentire con più forza. Ma attenzione: non tutte le zone del Paese sono ugualmente esposte a questi fenomeni. Se le Alpi restano tra le aree più bersagliate, anche alcune città della Penisola si rivelano particolarmente favorevoli allo sviluppo di temporali intensi. E non si tratta di una coincidenza: l’ambiente urbano ha caratteristiche ben precise che rendono le metropoli dei veri catalizzatori atmosferici.

Il caldo delle città alimenta le nubi temporalesche

I cosiddetti “temporali cittadini” risultano spesso più forti di quelli che si formano in campagna. La causa? Il calore generato dalle città stesse. Le superfici asfaltate, gli edifici e l’attività umana contribuiscono a creare le cosiddette isole di calore urbane, zone in cui la temperatura può superare di 2-3°C quella delle aree rurali circostanti. Questo calore in eccesso alimenta l’aria sovrastante, rendendola più instabile e favorendo la formazione di cumulonembi, le tipiche nubi temporalesche. In queste condizioni, le correnti ascensionali cariche di umidità si sviluppano più facilmente, innescando temporali intensi anche in piena estate.

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L’inquinamento: il carburante invisibile dei temporali

Ma non è solo il calore a giocare un ruolo chiave. L’inquinamento atmosferico fornisce un “aiuto” silenzioso ma potente alla genesi dei temporali urbani. Le sostanze inquinanti presenti nell’aria, infatti, fungono da nuclei di condensazione, ovvero da minuscoli punti di appoggio su cui il vapore acqueo può trasformarsi in gocce di pioggia. Più nuclei ci sono, maggiore è la probabilità che si formino nubi dense e cariche d’acqua. In un ambiente urbano ricco di smog, questo significa temporali più rapidi, intensi e potenzialmente pericolosi.

Fulmini e grandine: i rischi aumentano vicino alle metropoli

Il risultato di questo mix urbano? Temporali più violenti, con maggiore possibilità di grandinate, raffiche di vento e nubifragi. E c’è di più: l’intensità dei fenomeni aumenta anche il rischio di fulmini. Le nubi temporalesche, quando più cariche e sviluppate, accumulano più energia elettrica alla base, aumentando la probabilità di scariche tra nuvola e suolo. Ecco perché nelle aree metropolitane non solo piove più forte, ma si contano anche più fulmini. Una realtà con cui le grandi città dovranno sempre più fare i conti, soprattutto in un clima che cambia.