Una storia incredibile affiora da un documento declassificato: un presunto scontro tra soldati sovietici e un oggetto alieno negli anni ’90. Ma quanto c’è di vero in questo racconto?

Un documento CIA declassificato ha riacceso l’interesse su uno dei presunti incontri alieni più straordinari e controversi mai raccontati. Secondo quanto riportato, l’evento sarebbe accaduto tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, in una base militare ucraina ai tempi dell’Unione Sovietica. A rilanciare la storia è stato il popolare podcast americano Joe Rogan Experience, noto per affrontare argomenti che spaziano dalla scienza al paranormale. Da quel momento, la vicenda è tornata al centro del dibattito tra appassionati e scettici, alimentando nuove domande sulle presunte interazioni tra eserciti e oggetti volanti non identificati.
Il dossier segreto e l’esplosione che pietrifica
Il documento, lungo oltre 250 pagine e attribuito ai rapporti interni del KGB, descrive un episodio degno di un film di fantascienza. Durante un’esercitazione militare, un oggetto a forma di disco volante sarebbe apparso nei cieli sopra la base. Le forze sovietiche, ritenendo l’oggetto ostile, lo avrebbero abbattuto con un missile terra-aria. Dai rottami, si legge nel rapporto, sarebbero emerse entità umanoidi con grandi occhi neri e teste sproporzionate. Questi esseri si sarebbero poi fusi in una sfera di luce intensa, esplosa generando un lampo accecante che avrebbe pietrificato 23 soldati, lasciandoli immobili come statue di calcare. Soltanto due militari, protetti da un’ombra, si sarebbero salvati.
Gli scienziati sovietici, si racconta, avrebbero ipotizzato che l’esplosione avesse alterato la struttura cellulare delle vittime, trasformandole in una sostanza simile alla roccia. I corpi pietrificati e i resti del velivolo sarebbero stati trasferiti in gran segreto nei pressi di Mosca per ulteriori analisi. Un agente CIA, citato nel documento, avrebbe descritto l’evento come “un atto di vendetta aliena”, sottolineando che la tecnologia utilizzata risultava incomprensibile agli esseri umani.
Una fonte discutibile (e mai verificata)

A rendere la vicenda più fragile sul piano dell’attendibilità è l’origine del documento stesso. Sebbene conservato negli archivi CIA, il testo non nasce da un’indagine ufficiale dell’Agenzia, ma è una semplice traduzione di un articolo pubblicato nel 1993 sul giornale ucraino Ternopil Vechirniy. Questo quotidiano aveva a sua volta ripreso la storia da un tabloid canadese, noto per la pubblicazione di notizie bizzarre e fantasiose, tra cui apparizioni miracolose di Elvis Presley.
Anche fonti accreditate, come il Kyiv Post, hanno confermato che la CIA non ha mai verificato l’autenticità del racconto. Si tratta, in sostanza, di una rassegna stampa tradotta a scopo di archiviazione. Ex funzionari dell’intelligence americana hanno ribadito che il documento non rappresenta un’analisi né un resoconto validato dai servizi segreti. È una testimonianza riportata, non una prova documentata.
Tra folklore moderno e suggestione pop
Negli anni Duemila, la storia è riemersa insieme alla crescente attenzione verso gli UAP (fenomeni aerei non identificati) e ai programmi governativi per il monitoraggio di oggetti anomali nei cieli. Tuttavia, in assenza di prove fotografiche, video, o testimonianze ufficiali, il racconto somiglia più a una narrazione da romanzo di fantascienza che a un fatto storico concreto. Il coinvolgimento del KGB, la descrizione degli “alieni”, l’idea dei militari pietrificati: tutto contribuisce a costruire un’epica moderna dal sapore cinematografico.
Affascinante? Certamente. Ma come ogni storia senza riscontri, anche questa rischia di rimanere un mito contemporaneo destinato ad alimentare forum online e podcast, più che a entrare nei manuali di storia.