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La scienza della pioggia: tutto quello che accade prima che cada una goccia

La scienza della pioggia: tutto quello che accade prima che cada una goccia
Photo by AveCalvar – Pixabay
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Dal vapore invisibile alle alluvioni lampo, passando per i cristalli di ghiaccio e le microplastiche. Ecco come nasce la pioggia, perché oggi può essere più estrema e cosa ci racconta sul clima che cambia.

La scienza della pioggia: tutto quello che accade prima che cada una goccia
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La pioggia nasce da un processo tanto affascinante quanto complesso. Il primo ingrediente è l’umidità: il vapore acqueo presente nell’aria deve superare una certa soglia di concentrazione per iniziare a condensare. Ma da solo non basta. Servono aerosol, minuscole particelle in sospensione (provenienti da polveri, sale marino, incendi o attività umane), che fungono da nuclei di condensazione. Attorno a questi si formano minuscole goccioline d’acqua che costituiscono le nubi. Crescendo per aggregazione e collisione, alcune di queste gocce diventano abbastanza pesanti da sfuggire alla forza delle correnti ascensionali: è il momento in cui iniziano a cadere sotto forma di pioggia.

Una pioggia… fredda: il passaggio dal ghiaccio all’acqua

Alle nostre latitudini la pioggia ha quasi sempre un’origine ghiacciata. Anche in piena estate. Le nubi spesso si trovano ad altitudini dove la temperatura è sottozero, e al loro interno si formano cristalli di ghiaccio attorno a particelle chiamate nuclei di congelamento. Questi cristalli crescono, si aggregano in fiocchi di neve e iniziano a scendere. Se l’aria sottostante è più calda di 0 °C, i fiocchi si fondono e diventano pioggia. Lo stesso vale per chicchi di grandine o piccoli agglomerati ghiacciati. È un meccanismo invisibile ma continuo che trasforma ghiaccio in pioggia ogni giorno.

Una pioggia che lava (ma porta anche con sé altro)

Non è solo una questione di acqua: la pioggia pulisce l’atmosfera, intrappolando e trascinando a terra gas e particelle inquinanti. Questo processo è tanto efficace che alcune gocce, in particolare quelle più piccole, riescono a catturare sostanze come solfati, particolato carbonioso e molecole organiche. Ma non finisce qui: insieme alla pioggia cadono polveri sahariane, batteri, persino microplastiche. Studi recenti hanno rilevato frammenti di fibre sintetiche in piogge raccolte anche in parchi naturali degli Stati Uniti. Quello che cade dal cielo è dunque molto meno “pulito” di quanto sembri.

Le gocce non sono tutte uguali

Immaginiamo le gocce di pioggia a forma di lacrima, ma è un errore. Quelle molto piccole sono sferiche, mentre le più grandi – deformate dalla resistenza dell’aria – assumono una forma simile a un panino schiacciato. La loro dimensione e struttura dipende dalla storia che hanno vissuto nella nube: collisioni, aggregazioni, persino il passaggio da ghiaccio a liquido. Nei temporali estivi, dove può esserci grandine, le gocce più grosse derivano spesso dallo scioglimento di frammenti ghiacciati. Risultato? Piogge intense, brevi, spesso violente.

Dalle micro particelle al controllo del meteo

I nuclei di condensazione sono così importanti che da decenni l’uomo prova a manipolarli per “seminare” le nubi e provocare la pioggia, usando sostanze come ioduro d’argento. Le particelle in gioco sono di ogni tipo: sali marini, polveri vulcaniche, batteri, frammenti di vegetali. Alcuni studi suggeriscono che le emissioni da incendi possano interferire con la formazione della pioggia, ostacolandola. Un paradosso: il fumo che sale dai roghi potrebbe accentuare la siccità che li ha originati.

Un clima più caldo, piogge più estreme

Il riscaldamento globale sta cambiando la dinamica delle precipitazioni. Una temperatura più alta favorisce l’evaporazione e aumenta la capacità dell’atmosfera di trattenere vapore acqueo (circa il 7% in più per ogni grado in più). Ma l’effetto non è un aumento costante delle piogge. Piuttosto, si sta osservando un aumento della frequenza e intensità degli eventi estremi. In alcune regioni le piogge diventano torrenziali, altrove la siccità si aggrava. Uno studio tedesco ha confermato che gli episodi di pioggia estrema – dove in un giorno cade acqua equivalente a quella di un mese – sono aumentati negli ultimi 10 anni. E la tendenza è destinata a crescere.