Un esperimento condotto nel 2013 durante lo sciame meteorico delle Perseidi riaccende il dibattito sulla panspermia: la vita sulla Terra potrebbe avere origini extraterrestri.

Un gruppo di ricercatori delle Università di Sheffield e Buckingham ha individuato tracce di microrganismi a oltre 25.000 metri di altitudine, ben al di sopra del suolo britannico. L’eccezionale scoperta, pubblicata sul Journal of Cosmology, è il risultato di un esperimento condotto nel luglio 2013 durante il passaggio delle Perseidi, uno degli sciami meteorici più noti.
Gli scienziati hanno utilizzato palloni sonda per raccogliere campioni d’aria nella Stratosfera, scoprendo la presenza di forme di vita microscopiche mai osservate a quelle altitudini. Un risultato che, se confermato, potrebbe rafforzare la teoria della panspermia: l’ipotesi secondo cui la vita, o almeno i suoi mattoni fondamentali, arriverebbe dallo spazio tramite meteoriti o polveri cosmiche.
Una teoria antica, ma ancora attuale: la panspermia
L’idea che la vita possa avere origini extraterrestri non è nuova, ma le prove a sostegno sono sempre state elusive. Tuttavia, la scoperta del team inglese introduce un elemento difficile da spiegare attraverso i normali processi atmosferici. La quota a cui sono stati rilevati i microrganismi rende improbabile che siano stati sollevati dal suolo terrestre, come invece ipotizzato per altri casi simili.
Gli studiosi sostengono infatti che la Stratosfera sia un ambiente relativamente isolato dagli strati inferiori dell’atmosfera, rendendo improbabili “contaminazioni” terrestri. Il momento scelto per l’esperimento – durante uno sciame meteorico – non è casuale: le Perseidi potrebbero aver portato con sé detriti spaziali capaci di ospitare o trasportare vita microbica.

Il confronto con la NASA: batteri sì, ma portati dagli uragani
Qualche mese prima della scoperta inglese, la NASA aveva annunciato il ritrovamento di 314 tipi di batteri in atmosfera, a quote comprese tra i 6.000 e i 7.000 metri, durante un volo scientifico sopra l’Oceano Atlantico. Tuttavia, in quel caso, la spiegazione fornita era del tutto terrestre: si trattava di batteri trasportati verso l’alto da potenti uragani.
La differenza con lo studio britannico è sostanziale: i campioni prelevati a 25 chilometri di altezza non possono essere facilmente ricondotti a fenomeni meteorologici noti. Gli scienziati coinvolti nello studio britannico ritengono quindi che questi microrganismi possano avere un’origine non terrestre, e che lo sciame meteorico sia stato il veicolo di trasporto.
Una “invasione” silenziosa o nuove domande sulla vita?
Parlare di “invasione aliena” potrebbe sembrare eccessivo, ma i risultati dello studio sollevano interrogativi profondi sull’origine della vita. Se anche una piccola parte dei microrganismi scoperti avesse effettivamente provenienza spaziale, ciò implicherebbe che la Terra potrebbe essere stata “inseminata” da particelle viventi provenienti da altri angoli del cosmo.
È un’ipotesi affascinante e ancora oggetto di dibattito, ma che potrebbe riscrivere parte della nostra comprensione sull’evoluzione biologica. Nel frattempo, gli scienziati continuano ad analizzare nuovi dati per capire se quelle minuscole forme di vita siano davvero arrivate dallo spazio o se esista ancora una spiegazione nascosta, tutta terrestre.