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Neve e grandine: come si formano, perché sono diverse e quando le vediamo cadere

Neve e grandine: come si formano, perché sono diverse e quando le vediamo cadere
Photo by Franz26 – Pixabay
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Entrambe cadono dal cielo e sono fatte di ghiaccio, ma neve e grandine hanno origini molto diverse. Ecco cosa le distingue e perché una accompagna l’inverno e l’altra i temporali estivi.

Neve e grandine: come si formano, perché sono diverse e quando le vediamo cadere
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A prima vista possono sembrare simili: cristalli di ghiaccio che piovono dall’alto. Ma neve e grandine si formano in modi completamente diversi. La neve nasce direttamente dal vapore acqueo, attraverso un processo chiamato brinamento, che trasforma il gas in ghiaccio senza passare dallo stato liquido. La grandine invece è il risultato della solidificazione di gocce d’acqua liquide, trasportate all’interno di potenti nubi temporalesche.

Entrambe richiedono temperature molto basse in quota, ma solo la grandine ha bisogno di correnti d’aria forti e verticali, tipiche delle supercelle estive, che fanno salire e scendere ripetutamente le particelle di ghiaccio, stratificandole come cipolle. Al contrario, la neve si forma in condizioni più stabili e fredde, tipiche dell’inverno.

Come si forma un fiocco di neve

La neve si origina all’interno di nubi fredde, come i nembostrati o i cumulonembi, quando l’intera colonna d’aria è vicina o inferiore a 0 °C. Il vapore acqueo si deposita direttamente sotto forma di minuscoli cristalli esagonali di ghiaccio, spesso attorno a un granello di polvere o particelle microscopiche. Questi cristalli crescono inglobando altro vapore e, una volta raggiunto un certo peso, iniziano a cadere.

La forma dei fiocchi dipende da temperatura e umidità: possono assumere aspetti a stella, a colonna o a piastra, ma hanno sempre simmetria esagonale. Una delle caratteristiche più affascinanti della neve è proprio la sua unicità: non esistono due fiocchi identici, grazie alla varietà delle condizioni in cui si formano.

Curiosamente, i fiocchi possono arrivare al suolo anche se la temperatura è leggermente sopra lo zero. Lo scioglimento parziale del fiocco rinfresca l’aria circostante, rallentandone la fusione: un effetto che permette nevicate anche con +1 °C al suolo.

La grandine: quando i temporali diventano pericolosi

La grandine è figlia di condizioni molto più violente. Si forma esclusivamente all’interno di temporali intensi, dove le correnti ascensionali sono così forti da mantenere in sospensione le goccioline d’acqua. Queste, una volta congelate, vengono continuamente trascinate su e giù nella nube, stratificandosi fino a formare chicchi sferici di ghiaccio.

Ogni chicco è composto da strati concentrici visibili se tagliato a metà. Quando il loro peso supera la forza delle correnti che li sostengono, precipitano al suolo. A seconda della loro dimensione, i danni possono essere gravi: chicchi di 5 cm possono rompere tegole e ferire persone, mentre quelli di 8–10 cm sono veri e propri proiettili di ghiaccio. Il primato mondiale spetta a un chicco di 1,2 kg, caduto in Bangladesh nel 1986, con una velocità stimata oltre i 150 km/h.

Perché la neve cade in inverno e la grandine in estate?

Neve e grandine: come si formano, perché sono diverse e quando le vediamo cadere
Photo by zanna-76 – Pixabay

A influenzare il tipo di precipitazione è soprattutto la temperatura al suolo e la struttura dell’atmosfera. La neve richiede aria fredda stabile, umida e temperature sotto lo zero per mantenersi solida fino al suolo. D’estate, anche se la neve può formarsi in quota, spesso si scioglie prima di arrivare a terra.

La grandine, invece, è più comune nella bella stagione. I mesi tra fine primavera e inizio estate offrono l’ambiente ideale: il suolo è caldo e genera instabilità atmosferica, mentre in quota l’aria resta fredda. Questa combinazione dà origine ai temporali più intensi, capaci di produrre chicchi di ghiaccio anche enormi, resistenti alla fusione durante la caduta.