Molti lo avranno notato, pochi ne conoscono il significato: il gallo che svetta sulle banderuole non è solo un ornamento. Nasconde una storia antica che affonda le radici nel Medioevo.

Chiunque abbia alzato gli occhi verso i campanili di chiese e cattedrali, almeno una volta nella vita, avrà notato un piccolo gallo in metallo, spesso ruotante con il vento. Ma che ci fa un animale da cortile sopra uno strumento meteorologico? Non si tratta affatto di una scelta casuale o puramente estetica. Al contrario, il gallo che troneggia sulle banderuole – strumenti utilizzati per indicare la direzione del vento – ha un’origine ben precisa e un significato simbolico che si è tramandato per secoli.
Una decisione papale che ha fatto la storia
Tutto risale al IX secolo d.C., durante il pontificato di Papa Niccolò I, una delle figure più influenti della Chiesa del suo tempo. Il Papa volle commemorare un momento particolarmente drammatico del Vangelo: le parole pronunciate da Gesù durante l’Ultima Cena, quando si rivolse a Pietro dicendo: “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. Per rendere questo monito visibile e ben presente nella mente dei fedeli, Niccolò I ordinò che la figura del gallo fosse collocata in cima agli edifici religiosi, visibile da ogni angolo delle città.
Le banderuole erano già lì: il gallo si aggiunge
A quel tempo, le banderuole per misurare il vento erano strumenti già diffusi e, per motivi funzionali, posizionate sulle parti più elevate degli edifici. Quando arrivò l’ordine papale, fu naturale utilizzare proprio questi strumenti – già presenti e visibili – come base per ospitare la sagoma del gallo. Così, in molte chiese e abbazie, il pennuto finì per troneggiare sopra le banderuole, trasformandole non solo in strumenti meteorologici, ma anche in simboli religiosi carichi di significato. Una scelta pratica, ma anche profondamente simbolica, che ha resistito al tempo.

Una tradizione che sopravvive, ma il cui senso si è perso
Oggi, la presenza del gallo sulle banderuole è spesso vista come una semplice tradizione decorativa, priva di un reale significato. Eppure, dietro quell’immagine familiare si nasconde un messaggio di fede, di memoria e di ammonimento, voluto da uno dei più importanti pontefici del Medioevo. Col tempo, la sua origine si è offuscata nella memoria collettiva, ma il gallo continua a ruotare, instancabile, seguendo il vento e ricordando – a chi sa osservare – che anche un piccolo simbolo può racchiudere una grande storia.