Dal freddo pungente dell’inverno alla stanchezza primaverile, passando per le fluttuazioni ormonali e i cambi di umore: i cambiamenti stagionali non colpiscono tutti allo stesso modo, e le differenze tra i sessi sono più profonde di quanto si pensi.

È un classico delle coppie: lei sotto il piumone con due paia di calzini, lui in maglietta con la finestra socchiusa. Il motivo? Non è solo una questione di gusti, ma di biologia. Le donne, infatti, sono notoriamente più freddolose degli uomini. Una differenza che si manifesta spesso nella gestione della temperatura domestica, dove le esigenze divergono e danno vita a discussioni ricorrenti. La spiegazione sta nella fisiologia: il corpo femminile tende a trattenere più calore negli organi vitali, lasciando mani e piedi più esposti alla sensazione di freddo. Inoltre, la minore massa muscolare rispetto agli uomini riduce la produzione di calore interno.
Primavera: un cambio di stagione che pesa di più sulle donne
Con l’arrivo della primavera, l’orologio biologico si trova ad affrontare un’accelerazione improvvisa. Le giornate si allungano, la luce aumenta e il corpo deve adattarsi rapidamente. Questo cambiamento, tuttavia, può generare uno squilibrio, provocando spossatezza, risvegli difficoltosi e calo di energia. A soffrirne di più, secondo gli esperti, sono soprattutto le donne. Il loro fisico, infatti, è già sottoposto a un naturale carico di stress legato a cambiamenti ormonali ciclici, alla sindrome premestruale, alla menopausa, e spesso anche al delicato equilibrio tra carriera e vita familiare. Tutti fattori che amplificano gli effetti della “stanchezza di primavera”.

Diete drastiche e carenza di magnesio: un mix rischioso
Alla fatica stagionale si aggiunge un comportamento diffuso: quello di sottoporsi a diete ipocaloriche spesso troppo severe, con l’obiettivo di mantenersi in forma o perdere peso in vista dell’estate. Il problema è che molte di queste diete eliminano alimenti ricchi di magnesio – come frutta secca, cioccolato, carne e cereali integrali – un elemento essenziale per il benessere psicofisico. Una sua carenza può favorire irritabilità, crampi muscolari, affaticamento e perfino disturbi dell’umore. Ancora una volta, il corpo femminile si trova a dover fronteggiare uno stress aggiuntivo proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di equilibrio.
Melatonina e stagionalità: il corpo femminile è più sensibile
A rendere le donne particolarmente vulnerabili ai cambi di stagione è anche il diverso funzionamento della melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia. Nelle donne, la sua produzione segue ancora un ciclo marcatamente stagionale, influenzato dalla durata della luce diurna. Negli uomini, invece, questa ciclicità si è in gran parte attenuata, rendendoli meno sensibili alle variazioni luminose. Ma se da un lato questa connessione più stretta con la natura rende il corpo femminile più adattabile, dall’altro lo espone anche a maggiori scompensi. Ecco perché la depressione invernale – caratterizzata da umore basso, apatia e sonnolenza – colpisce per l’80% proprio le donne. E in estate? Tornano i gonfiori e i problemi di circolazione, con caviglie gonfie e ritenzione. Insomma, il corpo femminile dialoga con le stagioni in modo profondo, ma questo dialogo non è sempre semplice da gestire.