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Uragani 2025: la NOAA lancia l’allarme per una stagione sopra la media

Uragani 2025: la NOAA lancia l’allarme per una stagione sopra la media
Photo by ELG21 – Pixabay
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L’agenzia meteorologica americana prevede una forte intensificazione dell’attività ciclonica atlantica: attesi più uragani, mari più caldi e condizioni favorevoli alla formazione di tempeste maggiori.

Uragani 2025: la NOAA lancia l’allarme per una stagione sopra la media
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La stagione degli uragani del 2025 potrebbe essere tra le più attive degli ultimi anni. A dirlo è la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che nelle sue ultime proiezioni stima tra 13 e 19 tempeste nel bacino atlantico, con 6-10 uragani, un dato superiore alla media stagionale. Non solo: fino a 5 di questi potrebbero evolversi in uragani maggiori, con venti superiori ai 178 km/h.

Secondo i meteorologi, le condizioni oceaniche giocano un ruolo chiave: il riscaldamento delle acque e una possibile oscillazione dei venti tropicali (modesta ma significativa) aumentano la probabilità che una semplice depressione si trasformi in ciclone. Le previsioni NOAA di maggio si sono rivelate affidabili negli ultimi anni, con rare eccezioni nel 2017 e 2020, quando le stagioni furono ancora più intense del previsto.

Mari caldi, tempeste forti: serve preparazione

«Le proiezioni per il 2025 sono un chiaro invito a prepararsi», ha dichiarato Ken Graham, direttore del Servizio Meteorologico Nazionale NOAA. Il messaggio è chiaro: non aspettare l’ultimo minuto. Un oceano insolitamente caldo e una probabile intensificazione del monsone africano — che spesso innesca tempeste tropicali — rendono il quadro potenzialmente esplosivo. In sintesi: la stagione promette di essere lunga e impegnativa.

La comunità scientifica lancia un appello alle istituzioni e ai cittadini: rafforzare le misure preventive, aggiornare i piani di evacuazione, assicurare continuità ai sistemi di allerta. Il rischio di eventi estremi è concreto e richiede una risposta anticipata.

Tagli ai fondi, meno strumenti: la NOAA in difficoltà

Mentre l’allerta cresce, l’agenzia meteorologica americana si trova a operare in condizioni più complesse. I recenti tagli imposti dal Dipartimento dell’Efficienza Governativa (Doge) hanno portato a una riduzione del personale e delle risorse, minando le capacità operative della NOAA. A farne le spese, strumenti fondamentali come i palloni sonda, indispensabili per monitorare temperatura, umidità e pressione atmosferica in quota.

Questa riduzione di mezzi lascia scoperti settori cruciali delle previsioni. Alcune comunità costiere temono che senza un monitoraggio efficace, le allerte meteo possano arrivare in ritardo o essere meno precise, compromettendo la preparazione. Un effetto collaterale delle politiche di austerità che potrebbe costare caro in termini di sicurezza pubblica.

Verso la tempesta perfetta?

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Con i modelli climatici che indicano una stagione iperattiva, la risposta non può che essere una: prepararsi per tempo. La combinazione di mari caldi, fenomeni atmosferici favorevoli e tagli agli strumenti di rilevamento rende l’estate 2025 una stagione da monitorare con attenzione. Le autorità federali e locali sono chiamate a rafforzare le sinergie, mentre i cittadini devono informarsi e attuare misure preventive efficaci.

Nel frattempo, la NOAA continua a fare il massimo con risorse limitate. Ma l’interrogativo resta: quanto possiamo ancora permetterci di sottovalutare il clima che cambia?