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Cavalieri templari: origine, potere e mito senza tempo

Cavalieri templari: origine, potere e mito senza tempo
Photo by jackmac34 – Pixabay
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Ricchezze immense, accuse di eresia e il fascino eterno che oggi ispira i movimenti neotemplari in Italia e nel mondo.

Cavalieri templari: origine, potere e mito senza tempo
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Nel cuore del XII secolo, quando la cristianità cercava di consolidare la propria presenza in Terrasanta, nacque l’Ordine dei cavalieri templari. Era il 1118 quando un gruppo di nobili guidati dal francese Hughes de Payns, reduce dalla prima crociata, decise di fondare un’organizzazione con una missione chiara: proteggere i pellegrini diretti a Gerusalemme e difendere i territori conquistati dai crociati.

A differenza degli altri guerrieri crociati, i templari non tornarono in Europa. Restarono in Palestina, abbracciando uno stile di vita che univa l’addestramento militare alla disciplina monastica. Il nome dell’Ordine derivava dalla loro sede, stabilita da re Baldovino II presso la moschea al-Aqsa, sul Monte del Tempio, luogo carico di significato religioso per ebrei, musulmani e cristiani.

L’ascesa: ricchezze, potere e influenza in tutta Europa

Nel giro di pochi decenni, l’Ordine crebbe in modo impressionante. Grazie al sostegno della Chiesa e ai generosi lasciti dei fedeli, i templari ampliarono i loro possedimenti e si affermarono non solo come forza militare, ma anche come organizzazione economica e finanziaria. La bolla papale Omne datum optimum, emanata nel 1139 da Innocenzo II, li esentava dalle tasse e li rendeva autonomi rispetto a qualsiasi autorità politica, rispondendo solo al Papa.

L’Ordine arrivò a gestire un patrimonio immenso: terre, castelli, edifici religiosi, e un sistema bancario rudimentale ma efficace, che offriva depositi, prestiti e trasferimenti di denaro sicuri per i pellegrini. Oltre all’Europa, le loro attività continuavano in Oriente, dove partecipavano alle campagne militari contro le forze musulmane. Dopo la perdita di Gerusalemme nel 1187 e il trasferimento ad Acri, i templari si stabilirono anche a Cipro, ma il loro ruolo militare andò gradualmente ridimensionandosi.

Il crollo dell’Ordine e l’ombra delle accuse

Alla fine del XIII secolo, con la caduta definitiva di Acri nel 1291 e la ritirata dei cristiani dalla Terrasanta, i templari si trovarono privi della loro funzione originaria. In Francia, il re Filippo IV — detto il Bello — iniziò a temere la crescente influenza dell’Ordine. I motivi? Un misto di sospetti religiosi, ambizioni politiche e sete di ricchezza. Nel 1307, il sovrano fece arrestare i vertici templari, accusandoli di eresia, idolatria e altri crimini.

Tra coloro che vennero processati c’era Jacques de Molay, il gran maestro. Dopo anni di detenzione e torture, fu bruciato sul rogo nel 1310 insieme ad altri dignitari. Il Papa dell’epoca, Clemente V, sotto pressione del re, sciolse ufficialmente l’Ordine nel 1312 e ne trasferì i beni agli Ospitalieri. Tuttavia, Filippo riuscì comunque a impadronirsi di una parte consistente del loro tesoro.

Miti senza tempo e il ritorno dei “neotemplari”

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Dopo la loro dissoluzione, i templari scomparvero dai radar storici. Ma se il potere reale svanì, il fascino intorno alla loro figura si moltiplicò. Nei secoli successivi, soprattutto durante l’Illuminismo e in ambienti anticlericali, emersero teorie secondo cui i templari avrebbero custodito il Sacro Graal, scoperto i segreti del Tempio di Salomone o fondato, in modo indiretto, la massoneria. Nessuna di queste storie ha riscontri storici, ma hanno alimentato romanzi, film e un immaginario collettivo irresistibile.

Oggi, diverse associazioni si definiscono “neotemplari”. In Italia, per esempio, è attiva l’associazione Templari Cattolici d’Italia, con ramificazioni anche all’estero. Questi gruppi perseguono valori spirituali e culturali ispirandosi all’eredità medievale, ma non sono riconosciuti dalla Chiesa e non vantano legami diretti con l’antico Ordine. Tuttavia, testimoniano come l’eco dei cavalieri del Tempio continui ancora a risuonare, tra realtà storica e mito eterno.