Home » Fenomeni Meteorologici » Allergie in aumento: con il riscaldamento globale i pollini saranno il triplo

Allergie in aumento: con il riscaldamento globale i pollini saranno il triplo

Allergie in aumento: con il riscaldamento globale i pollini saranno il triplo
Photo by geralt – Pixabay
Lettura: 3 minuti

Più lunghi, più intensi, più precoci: i cambiamenti climatici stanno trasformando le stagioni dei pollini, e per chi soffre di allergie le conseguenze saranno sempre più pesanti.

Allergie in aumento: con il riscaldamento globale i pollini saranno il triplo
Photo by geralt – Pixabay

Chi convive con le allergie stagionali potrebbe averlo già notato: la primavera inizia prima, e con lei arrivano anche i sintomi. Ma questa non è solo una percezione soggettiva. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, se non si interverrà in modo drastico sulle emissioni di CO₂, la quantità totale di pollini nell’atmosfera potrebbe aumentare del 200% entro la fine del secolo.

La stagione dei pollini, già oggi in trasformazione, inizierà fino a 40 giorni prima rispetto a quanto siamo abituati e potrà prolungarsi di quasi tre settimane in più, fino a fine estate o addirittura in autunno. I risultati arrivano da un team di ricerca coordinato dalle scienziate atmosferiche Yingxiao Zhang e Allison L. Steiner, dell’Università del Michigan, che hanno analizzato l’impatto del riscaldamento globale su oltre 15 specie vegetali allergeniche.

Pollini sempre più aggressivi: non tutte le piante reagiscono allo stesso modo

Tra le specie studiate figurano alberi e piante erbacee largamente diffusi, come ontano, betulla, quercia, ginepro, ambrosia e cipresso. La risposta all’aumento delle temperature e della CO₂ varia però da pianta a pianta e da zona a zona. Negli Stati nord-orientali degli USA, ad esempio, si prevede una forte crescita della produzione di pollini di quercia e cipresso, con impatti significativi sulla popolazione.

Un altro aspetto critico riguarda la sovrapposizione temporale delle fioriture: se in passato i picchi di pollini si susseguivano con una certa distanza (prima la quercia, poi la betulla), in futuro diverse specie potrebbero rilasciare pollini contemporaneamente, generando concentrazioni allergeniche molto più elevate nello stesso periodo. Questo cambiamento potrebbe rendere i sintomi più intensi e difficili da gestire anche per chi è sensibile a un solo tipo di polline.

CO₂ e temperatura: così il clima influenza la fioritura

Il polline è il veicolo attraverso cui le piante diffondono il proprio materiale genetico. Ma è anche una delle principali fonti di allergie respiratorie. A renderlo sempre più presente nell’aria è un meccanismo ormai ben noto: l’aumento di anidride carbonica stimola la fotosintesi, favorendo una crescita più rapida e abbondante delle piante, che rilasciano così maggiori quantità di polline.

Allo stesso tempo, le temperature più elevate prolungano la stagione vegetativa, offrendo più tempo per la fioritura. Il risultato è una finestra di rilascio di pollini più ampia, con periodi critici sempre più precoci e persistenti. In alcune zone, come il sud-est degli Stati Uniti, si prevede un marcato incremento dei pollini di piante erbacee, mentre negli stati del Pacifico nord-occidentale la stagione inizierà con un mese di anticipo rispetto al passato.

Prevedere per proteggersi: modelli migliori per affrontare il futuro

Allergie in aumento: con il riscaldamento globale i pollini saranno il triplo
Photo by 38308446 – Pixabay

La buona notizia è che, nonostante lo scenario preoccupante, la ricerca sta migliorando anche gli strumenti per la previsione delle stagioni allergiche. Lo studio ha dimostrato che, grazie ai satelliti e ai dati meteo (temperature, vento, pioggia, umidità), è possibile stimare con crescente precisione quando, quanto e quali pollini finiranno nell’aria in una determinata zona.

Finora, le previsioni sui pollini erano spesso approssimative. L’integrazione di modelli come quello sviluppato dalle ricercatrici del Michigan potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le allergie, consentendo di anticipare le esposizioni e adottare strategie preventive più efficaci. Per gli allergici, forse, non sarà la fine della sofferenza… ma almeno si potrà essere preparati.