Le sabbie sonore di luoghi come Oman e California stupiscono per i suoni profondi generati da frane o vento tra le dune.

In certi angoli remoti del pianeta, il silenzio del deserto si rompe all’improvviso. Non è il vento, né un animale di passaggio. È la sabbia stessa a produrre un suono profondo, vibrante, che riecheggia per minuti tra le dune come una melodia ancestrale. Questo fenomeno sorprendente è noto come “canto delle dune” – chiamato anche “ronzio delle dune” o, più poeticamente, “dune che muggiscono”. Da secoli affascina viaggiatori e studiosi, alimentando leggende e ispirando domande: com’è possibile che un paesaggio così inerte riesca a produrre suoni tanto potenti?
Un’armonia di sabbia: la scienza dietro il suono
Alla base del canto delle dune c’è una combinazione precisa di fattori geologici e ambientali. Solo alcuni deserti al mondo possono vantare sabbie “sonore”, e il motivo sta nella particolare composizione dei granelli: quasi perfettamente sferici, di dimensioni simili (tra 0,1 e 0,5 millimetri) e incredibilmente puliti, privi di polveri o residui di argilla. Quando il vento o una frana smuovono queste sabbie, i granelli scorrono l’uno sull’altro in perfetta sincronia, generando vibrazioni che si propagano lungo la superficie della duna.
È come se il deserto si trasformasse in una gigantesca cassa armonica. Il suono che ne nasce è profondo, simile a quello di un organo o di un violoncello, e può raggiungere volumi inaspettati – fino a 100 decibel, comparabili al rumore di una motosega. Un ruolo fondamentale lo gioca anche la presenza di uno strato di sabbia leggermente umida al di sotto di quella secca: le onde sonore, intrappolate tra questi due livelli, si amplificano, rendendo il fenomeno ancora più intenso.
Dove la sabbia canta: i luoghi simbolo del fenomeno
Nel mondo esistono appena una trentina di siti dove si può assistere a questo spettacolo acustico naturale. Tra i più noti figurano le Dune di Kelso, in California, dove le colline sabbiose emettono suoni simili a un organo da chiesa. In Cina, vicino a Dunhuang, le dune di Mingsha Shan – il cui nome significa “Montagna della Sabbia Risonante” – attirano turisti e studiosi incuriositi dalle loro melodie.
Anche in Oman, le dune di Al-Ghurayfah sono celebri per questo fenomeno, così come il vasto e misterioso deserto iraniano di Rig-e Jenn, difficile da raggiungere ma affascinante per chi ama l’avventura e la scienza. Persino sulle coste della California, a Pismo Beach, è possibile ascoltare il “canto” della sabbia, seppur in modo meno imponente rispetto agli altri luoghi.
Una sinfonia naturale ancora tutta da decifrare

Ciò che rende unico ogni sito “sonoro” è la variabilità del suono: non solo cambia l’intensità, ma anche il timbro. Alcune dune producono un ronzio costante, altre un rombo profondo, mentre in certi casi si percepisce un vero e proprio canto armonico, quasi corale. Il tutto dipende dalla dimensione dei granelli e dalla velocità con cui si muovono. Gli scienziati continuano a studiare il fenomeno, cercando di svelarne i meccanismi più nascosti.
Nonostante i progressi, il canto delle dune resta in parte un mistero: un esempio perfetto di come la natura riesca a sorprenderci, trasformando ciò che sembra statico in qualcosa di vivo, vibrante e quasi magico.