Ogni aeroplano viene colpito da un fulmine circa una volta l’anno, ma grazie a sistemi di protezione avanzati, il rischio per passeggeri ed equipaggio è oggi estremamente basso.

Può sembrare sorprendente, ma ogni aereo commerciale viene colpito da un fulmine in media una volta all’anno, o ogni 1.000 ore di volo. Eppure, questi episodi non rappresentano un pericolo reale, né per la sicurezza del volo né per i passeggeri a bordo. Il motivo è legato a un principio fisico ben noto: la struttura metallica dell’aereo.
La fusoliera, essendo conduttrice, permette alla corrente elettrica del fulmine di scorrere lungo la superficie esterna, senza penetrare all’interno. La scarica si disperde nel vuoto circostante, senza danneggiare i sistemi vitali dell’aeromobile. È lo stesso fenomeno che rende sicura un’automobile durante un temporale: la cosiddetta “gabbia di Faraday”.
Sicurezza sì, ma non invulnerabilità
Sebbene la maggior parte dei colpi di fulmine non provochi danni rilevanti, la sicurezza assoluta non esiste. La storia dell’aviazione ricorda episodi tragici. Uno dei più gravi avvenne l’8 dicembre 1962, quando un fulmine colpì un Boeing 707 statunitense. La scarica innescò un’esplosione nel serbatoio del carburante, provocando la morte di 81 persone.
Quell’incidente fu un campanello d’allarme per tutta l’industria aeronautica e portò allo sviluppo di nuove tecnologie di protezione, oggi ampiamente adottate. I serbatoi sono progettati per resistere all’accensione di vapori infiammabili e i sistemi elettronici di bordo sono dotati di filtri e schermature per evitare malfunzionamenti in caso di sovratensione.
Oggi gli incidenti sono estremamente rari
Da allora, le normative in materia di sicurezza aerea si sono evolute profondamente. Negli Stati Uniti, dal 1962 non si sono più verificati incidenti causati da fulmini. In Europa, l’ultimo episodio risale al 1981. Oggi, prima di essere certificato, ogni aeromobile deve superare rigorosi test di compatibilità elettromagnetica, inclusi quelli relativi ai fulmini.
In volo, i fulmini tendono a colpire soprattutto le estremità dell’aereo: la punta del muso, le ali o la coda. Da lì, la corrente viene canalizzata lungo la struttura esterna e dispersa. I passeggeri, nella cabina pressurizzata e isolata, non percepiscono alcun effetto. Al massimo, si può avvertire un bagliore o un leggero rumore.
La protezione parte dal progetto

I moderni aerei di linea sono progettati fin dall’inizio per resistere all’impatto di un fulmine. Oltre alla struttura conduttiva, vengono integrati:
- Dispositivi antiscintilla nei serbatoi;
- Materiali compositi trattati con strati conduttivi;
- Sistemi di protezione dei circuiti elettronici critici;
- Procedure di ispezione post-fulmine, eseguite regolarmente dai tecnici a terra.
La statistica è chiara: un fulmine è molto più pericoloso a terra che in volo. E grazie alla tecnologia, oggi è più facile essere colpiti da un fulmine stando sotto la pioggia che durante un viaggio in aereo.