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Il meteo influenza il suono della chitarra?

Il meteo influenza il suono della chitarra?
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Non solo suggestione: umidità e temperatura modificano il legno e alterano la risposta acustica dello strumento in modo concreto.

Il meteo influenza il suono della chitarra?
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Il legno di cui è fatta una chitarra non è un materiale inerte: vive, respira, reagisce. Ogni variazione dell’ambiente circostante può modificarne la struttura a livello microscopico, influenzando la tensione delle corde, la vibrazione della cassa armonica e, di conseguenza, il timbro dello strumento. Temperature elevate possono far dilatare il legno, alterando la curvatura del manico e la distanza tra le corde e la tastiera. Al contrario, un ambiente troppo secco può causare crepe o irrigidire le parti mobili, rendendo il suono meno brillante e più ovattato. Il fenomeno è particolarmente evidente negli strumenti acustici, dove la risonanza del corpo in legno ha un ruolo centrale nella qualità del suono.

Un bravo chitarrista? Anche un po’ meteorologo

Chi suona con passione impara presto a cogliere le sottili variazioni nel comportamento del proprio strumento. E chi vuole davvero ottenere sempre il massimo, finisce quasi per diventare anche un piccolo meteorologo. Le condizioni ideali per conservare e suonare una chitarra sono più ristrette di quanto si pensi: tra i 18 e i 25°C di temperatura, con un’umidità relativa dell’aria compresa tra il 50 e il 60%. Quando l’aria è troppo secca, il legno tende a ritirarsi, generando tensioni interne che possono compromettere non solo il suono ma anche l’integrità fisica dello strumento. D’altro canto, un’umidità eccessiva può gonfiare i componenti in legno, causando un suono ovattato e impreciso.

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Quando il tempo gioca brutti scherzi

Molti musicisti sottovalutano l’effetto delle escursioni termiche quotidiane. Basta una giornata limpida e soleggiata perché l’interno di un’automobile si trasformi in una trappola per strumenti musicali. In poche ore si possono raggiungere i 60°C con umidità bassissima, per poi assistere a un brusco calo notturno sotto i 10°C con umidità superiore all’80%. Questi sbalzi estremi stressano il legno, accelerano l’usura dei componenti incollati e possono compromettere irrimediabilmente la qualità sonora della chitarra. Un’esposizione anche breve a queste condizioni può bastare per alterarne l’intonazione e la risposta dinamica.

Proteggerla è suonare meglio

Una chitarra ben conservata è una chitarra che suona al meglio delle sue potenzialità. Per proteggerla, è fondamentale conservarla in una custodia rigida, possibilmente imbottita e a temperatura controllata. Mai lasciarla in auto, su balconi, vicino a termosifoni o in ambienti non isolati. È utile anche evitare sbalzi di temperatura improvvisi: se si porta lo strumento da un ambiente freddo a uno caldo, è buona norma lasciarlo acclimatare gradualmente nella custodia chiusa per almeno un’ora. Questo piccolo gesto può evitare microfessure e deformazioni invisibili ma dannose sul lungo periodo.

Gli alleati invisibili della vostra chitarra

Esistono accessori specifici pensati proprio per proteggere lo strumento dal clima. Gli igrometri digitali, ad esempio, permettono di tenere sotto controllo l’umidità relativa nell’ambiente o all’interno della custodia. Gli umidificatori da buca, come quelli a spugna o a gel, rilasciano gradualmente l’umidità necessaria nei periodi più secchi. Al contrario, in estate o in zone particolarmente umide, piccoli deumidificatori da armadio o sacchetti di silice possono aiutare a mantenere un equilibrio. Anche i produttori di chitarre di fascia alta spesso includono sistemi di controllo ambientale nelle loro custodie professionali. Sono dettagli che, nel tempo, fanno la differenza tra uno strumento che invecchia bene e uno che perde rapidamente qualità.