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La forma delle città influenza davvero la pioggia?

La forma delle città influenza davvero la pioggia?
Photo by Photorama – Pixabay
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Una città tonda riceve più pioggia di una triangolare? Un nuovo studio lo suggerisce, con risultati sorprendenti. Secondo i dati pubblicati su Earth’s Journal, esisterebbe una connessione tra la geometria urbana e la quantità di precipitazioni.

La forma delle città influenza davvero la pioggia?
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Per indagare questa correlazione inedita, i ricercatori hanno analizzato i modelli climatici di decine di città costiere, utilizzando simulazioni avanzate come il Weather Research and Forecasting Model e il modello LES (Large-Eddy Simulation), noto per la sua accuratezza nello studio delle turbolenze atmosferiche. Al centro dell’indagine: tre forme urbane principali – circolare, quadrata e triangolare – e la loro capacità di influenzare la formazione di nuvole, venti e pioggia.

Il risultato è stato chiaro: le città con forma circolare, soprattutto se situate lungo le coste, sembrano più esposte a precipitazioni abbondanti. Non solo piove più spesso, ma con maggiore intensità: fino al 78% di eventi piovosi violenti in più rispetto alle città triangolari e circa il 22% in più di accumulo complessivo di pioggia.

Perché le città tonde bagnano di più

Ma cosa c’entra davvero la forma urbana con il clima? Secondo gli studiosi, il layout urbano influisce sul modo in cui i flussi d’aria si muovono e si mescolano. Le città rotonde tendono ad accumulare calore al centro, creando un effetto di “risucchio” che attira l’umidità circostante. Quando questo fenomeno si verifica in prossimità del mare, le correnti umide marine vengono spinte verso l’interno, favorendo la formazione di nubi temporalesche.

Le città triangolari, invece, sembrano favorire una distribuzione del flusso d’aria più ampia e uniforme, con una ventilazione maggiore e una minore probabilità di formazione di cumulonembi. In mezzo, le città quadrate: meno piovose di quelle tonde, ma più esposte rispetto a quelle con perimetro più angolato.

L’urbanistica come variabile climatica

Questa ricerca è la prima a esplorare la forma urbana come parametro meteorologico, ampliando la prospettiva finora centrata su dimensione, densità edilizia e isole di calore. Gli autori sottolineano però che si tratta di un primo passo e che serviranno ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi fisici coinvolti. Tuttavia, l’ipotesi che la geometria cittadina possa amplificare gli effetti dei cambiamenti climatici pone interrogativi cruciali sulla progettazione degli spazi urbani futuri.

In un mondo dove gli eventi meteorologici estremi sono destinati a intensificarsi, comprendere il legame tra forma urbana e clima locale potrebbe fare la differenza tra una città resiliente e una vulnerabile.

Le città del futuro dovranno cambiare forma?

Gli urbanisti dovranno presto considerare non solo estetica, funzionalità e sostenibilità, ma anche l’impatto che la forma stessa delle città ha sulla meteorologia locale. In particolare lungo le coste, dove il confine tra urbanizzazione e natura è più dinamico, ripensare la geometria urbana potrebbe aiutare a contenere i rischi di allagamenti e piogge torrenziali. Il messaggio degli autori è chiaro: se vogliamo progettare città più sicure e vivibili, la forma conta. Anche quando si parla di nuvole.