Tra autunno e primavera può capitare di imbattersi in fenomeni meteorologici simili, ma profondamente diversi per origine e aspetto. Ecco come riconoscerli.

Contrariamente all’uso comune del termine, il nevischio non è una miscela di neve e pioggia, bensì una forma leggera di neve vera e propria. Si presenta sotto forma di piccoli granelli di ghiaccio opaco, biancastri e sottili, con un diametro inferiore al millimetro. Ricorda, per intensità e consistenza, la pioviggine, ma in versione solida.
Fenomeno frequente nei mesi freddi, soprattutto in montagna o in pianura con temperature tra 0 e –10 °C, il nevischio può annunciare l’arrivo di una nevicata più importante. La sua caduta è silenziosa, sottile e spesso persistente: può passare inosservata, ma trasforma lentamente il paesaggio in un velo lattiginoso.
Il graupel, o neve tonda: quando i fiocchi si gonfiano
Se i granuli sono più grandi, sferici o leggermente conici, e hanno un diametro tra 2 e 5 mm, si parla di graupel, noto anche come neve tonda. A differenza del nevischio, il graupel nasce da un’interazione tra fiocchi di neve in discesa e goccioline d’acqua sopraffusa — acqua liquida anche sotto lo zero — presenti in strati più miti dell’atmosfera.
Queste goccioline si congelano al contatto con i cristalli di neve, avvolgendoli e trasformandoli in piccole palline morbide di ghiaccio compresso, soffici e leggere. Il graupel non fa rumore quando cade e si sbriciola facilmente tra le dita, a differenza della grandine. Un segno distintivo? Spesso rimbalza al suolo, ma senza la durezza né il fragore dei chicchi grandinigeni.
La gragnola: come la grandine, ma più delicata
Un altro fenomeno simile, ma ancora diverso, è la gragnola (o gragnuola), nota anche come tapioca snow per la sua somiglianza visiva con i chicchi di tapioca. A differenza del graupel, la gragnola è più dura, lucida, non comprimibile e produce un suono caratteristico quando colpisce il suolo, simile a una grandinata leggera.
Questo tipo di precipitazione si manifesta con rovesci intensi o temporali, in particolare tra fine inverno e inizio primavera. I chicchi sono regolari, tondeggianti e brillanti. Pur non causando danni, il loro rumore secco e regolare li rende facilmente distinguibili da altri fenomeni simili.
La grandine: potente, rumorosa e potenzialmente distruttiva
Diversa per origine e struttura, la grandine è l’unico tra questi fenomeni a svilupparsi esclusivamente all’interno di temporali intensi, in particolare in presenza di supercelle, ovvero imponenti sistemi temporaleschi con moti ascensionali superiori ai 100 km/h.
All’interno del cumulonembo, i chicchi di ghiaccio vengono continuamente sollevati e fatti ricadere, assorbendo acqua e ghiaccio ad ogni ciclo. Questo processo di accrescimento forma strutture compatte, traslucide e incomprimibili. Se si taglia un chicco a metà, si possono vedere anelli concentrici, come una cipolla, che raccontano la sua storia di crescita. Le dimensioni variano da pochi millimetri a diversi centimetri, e possono provocare danni ingenti a veicoli, colture e infrastrutture.