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Piogge acide: cosa sono, come si formano e quali danni provocano

Piogge acide: cosa sono, come si formano e quali danni provocano
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Le piogge acide sono un fenomeno atmosferico causato dall’interazione tra inquinanti e umidità nell’aria.

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Quando si parla di piogge acide, si fa riferimento a precipitazioni con un pH inferiore al normale. Ma cosa significa esattamente? Il pH misura il grado di acidità o basicità di una sostanza su una scala da 0 a 14: valori bassi indicano acidità elevata, quelli alti indicano alcalinità. L’acqua pura ha un pH neutro di 7, mentre la pioggia “normale” è leggermente acida, intorno a 5.6, a causa dell’anidride carbonica disciolta. Tuttavia, in presenza di inquinanti atmosferici, il pH può scendere fino a 4, un valore che mette seriamente a rischio gli organismi acquatici e la salute dei suoli.

Per fare un paragone concreto: l’acido delle batterie ha un pH di 1, estremamente corrosivo, mentre il latte si attesta intorno a 6.5. È importante sapere che la scala è logaritmica: una pioggia con pH 4 è dieci volte più acida di una con pH 5, e cento volte più acida rispetto a una con pH 6.

Come si formano le piogge acide?

Le piogge acide nascono dall’interazione tra il vapore acqueo e gas inquinanti come il diossido di zolfo (SO₂) e gli ossidi di azoto (NOₓ). Questi gas possono essere di origine naturale — ad esempio, eruzioni vulcaniche e decomposizione di materia organica — oppure antropica, come la combustione di carbone e petrolio o le emissioni delle automobili.

Il diossido di zolfo proviene in buona parte dalla combustione di combustibili fossili: carbone (65%) e petrolio (20%). Secondo Greenpeace e CREA, nel 2019 l’India ha guidato la classifica dei maggiori emettitori, seguita da Russia e Cina. Una volta in atmosfera, il SO₂ reagisce con l’acqua formando acido solforico (H₂SO₄), responsabile dell’acidificazione della pioggia. Curiosamente, circa il 40% delle emissioni globali di SO₂ proviene da fonti naturali, come confermato dallo stesso report Greenpeace.

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Il ruolo degli ossidi di azoto (NOₓ)

Gli NOₓ — dove la “x” indica il numero variabile di atomi di ossigeno — si formano soprattutto durante processi ad alta temperatura, come nei motori a combustione interna o nelle centrali termoelettriche. Il più rilevante è l’NO₂, derivato dall’ossidazione dell’NO, che a sua volta nasce dalla reazione tra azoto e ossigeno atmosferico. In presenza di umidità, l’NO₂ dà origine all’acido nitrico, un altro agente acido. I dati UCAR indicano che la natura produce tra 20 e 90 milioni di tonnellate annue di ossidi di azoto, mentre l’uomo contribuisce con circa 24 milioni, localizzate principalmente nelle aree urbane e industriali.

Impatto sull’ambiente, sull’uomo e sul patrimonio

Gli effetti più evidenti delle piogge acide si osservano negli ambienti naturali. Laghi, fiumi e corsi d’acqua subiscono un drastico abbassamento del pH, rendendo l’habitat inospitale per molte specie ittiche. Secondo EPA, USGS e BBC, diverse aree in Nord America e Nord Europa ospitano bacini ormai privi di vita, trasformati in “deserti biologici”.

Le foreste, invece, soffrono a causa della degradazione del suolo: le piogge acide impoveriscono i nutrienti fondamentali come calcio e magnesio e aumentano la mobilità dell’alluminio, tossico per le radici. Anche i monumenti non sono al sicuro: edifici in marmo o calcare si corrodono rapidamente, come testimonia l’erosione visibile su molte strutture storiche.

E l’essere umano? A differenza di quanto si possa temere, la pioggia acida non danneggia direttamente la nostra pelle. Tuttavia, può aggravare patologie respiratorie se combinata con elevati livelli di smog.

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Come possiamo contrastare il fenomeno?

Affrontare le piogge acide richiede un’azione concertata a livello globale. Gli inquinanti non si fermano ai confini nazionali e vengono trasportati dal vento per migliaia di chilometri. Il Clean Air Act del 1990 ha rappresentato un passo fondamentale negli Stati Uniti, imponendo una riduzione del 40% delle emissioni di SO₂ nelle centrali elettriche, con un calo complessivo del 70% entro il 2011 secondo l’EEA.

Per limitare le emissioni di SO₂, è fondamentale rimuovere lo zolfo dai combustibili prima dell’uso. Una tecnica efficace prevede l’uso di carbonato di calcio nelle centrali, che trasforma l’SO₂ in gesso (CaSO₃), riducendo l’impatto ambientale. Tuttavia, il processo non è completamente efficiente: una parte del gas finisce comunque nell’atmosfera.

Nel caso degli NOₓ, la soluzione più diffusa è l’impiego di marmitte catalitiche nei veicoli, dispositivi che sfruttano metalli nobili per neutralizzare i gas nocivi prima del rilascio.

Non sorprende che le piogge acide colpiscano con maggiore intensità le regioni più industrializzate del pianeta. Nord-est degli Stati Uniti, Sud-est asiatico ed Europa centro-orientale sono tra le zone più esposte. E sebbene sia difficile rilevare una pioggia acida a occhio nudo, le condizioni delle superfici in pietra degli edifici storici spesso ne rivelano la presenza.