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Temporali di calore, cosa sono e perché scoppiano dopo le giornate più calde

Temporali di calore, cosa sono e perché scoppiano dopo le giornate più calde
Photo by 6147366 – Pixabay
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Brevi ma intensi, i temporali di calore sono protagonisti dell’estate italiana. Ecco come si formano, quando si manifestano e perché rinfrescano solo per poco.

Temporali di calore, cosa sono e perché scoppiano dopo le giornate più calde
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Giovedì 8 agosto è attesa una nuova ondata di calore sull’Italia, con temperature che potrebbero toccare i 40 °C al Sud e i 38 °C al Centro-Nord. La causa? Ancora una volta l’anticiclone africano, pronto a spingere aria calda su tutta la penisola. Ma già da mercoledì 7 agosto il contrasto tra il caldo intenso al suolo e masse d’aria più fredde in quota potrebbe generare i cosiddetti temporali di calore. Si tratta di fenomeni violenti ma circoscritti, tipici dell’estate, che spesso si sviluppano nelle ore pomeridiane o serali e portano piogge forti, fulmini e un temporaneo calo delle temperature.

Come nasce un temporale di calore

I temporali di calore, o termoconvettivi, si formano quando il suolo, surriscaldato dai raggi solari, riscalda a sua volta l’aria sovrastante. Questa aria calda, meno densa, comincia a salire verso l’alto come se fosse un pallone gonfiato. È un processo guidato dalla spinta di Archimede e alimentato dall’umidità presente nei bassi strati dell’atmosfera. Quando le bolle d’aria calda incontrano l’aria più fredda in quota, si raffreddano e il vapore contenuto in esse condensa formando nubi. Se l’umidità è sufficiente, nascono grandi cumuli che possono evolversi in nubi torreggianti: i cumulonembi, responsabili di piogge intense e attività elettrica.

Dai cumuli ai fulmini: il ruolo delle nubi temporalesche

La transizione da cumulo a cumulonembo è il momento cruciale. Affinché un temporale sia definito tale, infatti, non bastano i rovesci: è necessaria anche la presenza di fulmini. Questo accade solo quando le nubi raggiungono la parte alta della troposfera – intorno ai 10 km di quota – e il vapore si trasforma in cristalli di ghiaccio. A quel punto si attiva l’attività elettrica e il temporale è ufficialmente in corso. La classica forma “a incudine” del cumulonembo si sviluppa quando l’aria calda non riesce più a salire oltre e comincia ad espandersi orizzontalmente. È in questo stadio che si assiste ai fenomeni più spettacolari: piogge torrenziali, tuoni, raffiche di vento e repentini cambiamenti di temperatura.

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Perché rinfrescano (ma solo per poco)

Il temporale estivo ha una vita breve: dura mediamente 30-40 minuti lungo il suo percorso, ma può interessare una singola località per appena 10 minuti. Al suo interno si crea un “tiro alla fune” tra correnti ascensionali, che alimentano il fenomeno, e correnti discendenti, che portano pioggia e aria più fredda al suolo. Quando queste ultime prendono il sopravvento, il temporale perde forza. Ed è proprio l’arrivo di queste correnti fredde che fa calare le temperature anche di 5-6 °C in poco tempo. Tuttavia, si tratta di un sollievo temporaneo: appena l’aria fredda si esaurisce, il caldo – specie quello afoso – torna a dominare.