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Il caldo uccide (più di quanto pensiamo): lo studio che stima oltre 1.500 vittime legate al cambiamento climatico in Europa

Il caldo uccide (più di quanto pensiamo): lo studio che stima oltre 1.500 vittime legate al cambiamento climatico in Europa
Photo by stux – Pixabay
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Un’analisi dell’Imperial College di Londra svela l’impatto silenzioso e sottovalutato delle ondate di calore. Milano tra le città più colpite. Ma quanto possiamo fidarci di questi numeri?

Il caldo uccide (più di quanto pensiamo): lo studio che stima oltre 1.500 vittime legate al cambiamento climatico in Europa
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Una nuova indagine condotta da Imperial College London e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine suggerisce che le morti causate dal caldo estremo potrebbero essere molte più di quelle ufficialmente riconosciute. Lo studio, reso pubblico l’8 luglio e ancora in fase preliminare (non sottoposto a peer review), ha analizzato il periodo compreso tra il 23 giugno e il 2 luglio in dodici città europee, tra cui Milano, Roma e Sassari. I ricercatori hanno censito circa 2.300 decessi in eccesso, dei quali oltre 1.500 sarebbero attribuibili agli effetti diretti del cambiamento climatico. A Milano, per esempio, su 499 morti totali, 317 sarebbero legate all’aumento delle temperature.

Attribuire una morte al caldo: tra statistica e margini di incertezza

Il legame tra caldo e mortalità non è semplice da stabilire. Quando un decesso avviene per infarto o insufficienza respiratoria in una giornata torrida, è raro che il caldo venga indicato come causa diretta sul certificato di morte. In realtà, le alte temperature aggravano patologie croniche preesistenti e colpiscono in particolare gli anziani, i soggetti fragili e le persone in condizioni sociali svantaggiate. Gli studiosi usano modelli statistici per stimare l’impatto del calore sulla mortalità, confrontando i dati reali con quelli attesi sulla base delle medie storiche. Non si tratta quindi di numeri assoluti, ma di stime ragionate. Lo studio ha rilevato che in città come Madrid, Barcellona e Milano, la quota di morti attribuibili al riscaldamento globale oscilla tra il 64% e oltre il 90%.

Un impatto peggiore di molte alluvioni (ma senza clamore mediatico)

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Secondo i ricercatori, il bilancio delle vittime da caldo supera quello di eventi estremi più noti, come l’alluvione di Valencia del 2024 (224 morti) o le inondazioni del 2021 in Germania e Belgio (243 morti). Eppure, il caldo non fa notizia allo stesso modo. Le ondate di calore vengono spesso archiviate come “emergenze fastidiose” e temporanee, mentre in realtà uccidono, e lo fanno in silenzio, senza lasciare immagini spettacolari. A farne le spese sono soprattutto le città meno attrezzate: Milano, che guida la classifica per numero assoluto di decessi legati al caldo, si trova a fronteggiare ogni estate il doppio nemico del surriscaldamento urbano e dell’inquinamento dell’aria.

Città impreparate e rimedi parziali: cosa possiamo fare?

Molte città europee non sono pronte ad affrontare un clima che cambia così rapidamente. Errori urbanistici evidenti – come piazze senza alberi o fermate della metropolitana esposte a temperature di 47 °C – sono ancora frequenti. L’aria condizionata può aiutare, ma se tutti la usano contemporaneamente, il sistema elettrico rischia il collasso. I sistemi di allerta precoce, invece, sono uno strumento poco costoso ma potenzialmente salvavita. Tuttavia, come osservano anche gli autori dello studio, i miglioramenti messi in campo vengono spesso superati dalla velocità con cui aumentano le temperature. Lo studio, seppur non definitivo, suona come un campanello d’allarme: ci ricorda che il caldo non è solo una questione di disagio, ma una minaccia sanitaria reale e concreta.